giovedì 22 maggio 2014

La rabbia di Elisa

Elisa s'incazza. E lo fa senza preavviso, un attimo prima è serena quello dopo una furia. Che poi non è neanche cosi, perchè non rompe, spacca o urla semplicemente si ammutolisce, assume un'espressione truce e rende impossibile qualsiasi comunicazione. Ho pensato spesso a cosa provochi simili reazioni, visto che quasi sempre i motivi sembrano banali e pretestuosi, ci doveva essere una spiegazione univoca, più profonda.
Credo di esserci arrivato: è la rabbia di non essere stata compresa nei suoi desideri. Noi genitori siamo quelli che dovrebbero sempre sapere cosa le piace, cose le fa piacere e quando questo non accade si sente incompresa, non capita e questo le scatena la rabbia.Insomma, non la capiamo e questo non deve accadere.

domenica 11 maggio 2014

Batizado

Perchè non ci ho pensato prima? Un blog come album di famiglia, foto filmati e appunti che rimangono a ricordo imperituro. Vabbè comincio oggi, con la giornata di ieri, che guarda caso comprendeva un "battesimo". Ma andiamo con ordine, il programma della giornata era fitto, direi denso.

Ore 8.30 Viola è stata accompagnata dalla madre al XXV Aprile per le gare di Istituto. Le prove per lei erano i 600 metri (resistenza) e staffetta (4x80m). Subito dopo alle ore 14.00 Elisa e Alice avevano il Batizado de Capoeria, la consegna delle corde (l'equivalente delle cinture nelle arti marziali), evento che si è tenuto in Via Mecenate 87 al LatinGem, dall'altro capo della città. Per concludere, partita di pallavolo di Viola a Segrate ore 18.00.

Violetta sui 600 metri, grazie anche agli allenamenti condotti con il sottoscritto, ha raggiunto l'obbiettivo massimo raggiungibile: secondo posto con il tempoo di 2' e 15'', dietro a tale Alice che pratica atletica da anni ed era quindi assolutamente imprendibile (ha chiuso in due minuti, anche se le è stato attribuito un tempo di 1'e 54''. La registrazione video che ho fatto testimonia l'errore dei cronometristi). Sulla staffetta ha corso la seconda frazione, ovviamente con un cambio eseguito da ferma (ma gli insegnanti di educazione tecnica che cosa fanno durante tutto l'anno?) e con un passo da "600 metri". Comunque hanno chiuso in terza posizione. E seconda medaglia della giornata.



Pranzo ultraveloce, vado a prendere Viola dopo la premiazione e partiamo per il Batizado de Capoeira.
La palestra, due stanzette stipata di bambini e ragazzi con famiglie al seguito, era il classico ambiente nel quale Alice si trova poco a suo agio, casino, gente che guarda, volti sconosciuti. Anche da parte di Elisa mi sarei aspettato qualche resistenza, ed invece si è intruppata appena messo piede sul parquet. Con fatica e tanta pazienza da parte di Simona (la loro maestra di Capoeira a scuola ) Alice comincia a seguire il gruppo nei balli e giochi introduttivi, il maestro che tiene la lezione (non una parola di Italiano) è bravissimo a capire al volo Aliciotta ed entra subito in sintonia, tempo dieci minuti ed è già stato baciato almeno quattro volte.
 La sorpresa arriva al momento del battesimo. Tutti i bettesimandi in circolo, parenti poco dietro, musica e battimani, a turno ogni bambino si porta al centro ed un maestro tra i sei sette presenti che comincia la danza a base di Jiga (non so manco se si scrive cosi) calci e schivate. Figuriamoci se Elisa si butta, Alice do già per scontato che si rifiuterà. Al loro turno invece Eli si alza e fa tutto benissimo meritandosi la corda, e Alice idem, anzi esegue un paio di ruote meglio di altri bambini "normodotati" (pessima locuzione ma qua viene utile). Devo dire che il merito è del Maestro che ha voluto "battezzare" Ali, era lo stesso dei giochi precedenti ed ha capito al volo che Alice si sarebbe prestata solo con lui. Un angelo, se ne trovano pochi.




Capitolo conclusivo, la partita di Pallavolo. Persa male, anzi malissimo contro una squadra che nulla aveva di meglio della San Luigi, anzi. I primi due set non li hanno praticamente giocati. Il terzo set è finto 24-21, c'è stata partita, Viola ha giocato bene. Secondo me era stanca fisicamente e ancor più mentalmente, di più non poteva fare. E pure noi.